La presenza delle autorità locali la ottengo nel 2011, grazie ad Aldo Piatti, allora Assessore alla Cultura del Comune di Bresso (MI) che si fa promotore dell’iniziativa e aggrega partner.
Con questa mostra ho raggiunto l’obiettivo che mi ero prefissa e ringrazierò per sempre, non solo Aldo ma anche Patrizia Brusarosco di viafarini DOCVA; il critico d’arte Milovan Farronato per il dono delle sue lezioni d’arte in Via Grigna, per aver coinvolto artisti noti anche a livello internazionale e per aver citato la performance dell’artista Vito Acconci come introduzione alle opere dei mei ragazzi, nella sua post-fazione sul catalogo; ringrazio la critica d’arte Sonia Catena che prima di esprimersi sulle opere, nella pre-fazione sul catalogo, ha voluto frequentare il laboratorio di Via Grigna; Modou Gueye dell’Associazione Sunugal per averci donato una serata di danze e intrattenimento senza risparmio, dopo una giornata di lavoro; e ringrazio Lucrezia Maniscotti che con i musicisti Arup Kandi Das e Denis Stern ha danzato e recitato per noi.
Questa è stata l’ultima mostra che ho organizzato per i miei ragazzi del Naga, perchè dopo sei anni ininterrotti avevo bisogno di riposo ed inoltre un utente aveva manifestato il desiderio di condurre lui il laboratorio, non sarebbe stata arte-terapeuta ma poteva comunque condividere la sua esperienza. Quale risultato migliore potevo desiderare?
Sonia Patrizia Catena - Le terre dell'anima
Fluttuano ed errano nello spazio le difformi masse colorate, accompagnate da seconde e complementari voci: i colori. Tonalità accese che oscillano, segni espressivi, liberi o meglio liberati da regole e costruzioni razionali.
La tela dona la libertà di esprimersi, dinnanzi a questo testimone silenzioso che non giudica ma che raccoglie e accetta, integrando ogni elemento.
Ancorché nell'intera composizione vi siano forme indipendènti e in contrappunto, ogni linea, segno o colore assurge alla volontà d'integrazione di una parte per il tutto, anelito per un'unione di sentimenti immersi, nascosti e pulsanti.
Un evento intimo che si esperisce sulla tela, vasta composizione di un messaggio lento e inconsapevole del mondo delle idee e dei sentimenti.
L'arte funge da ponte fra materiale ed immateriale, tra sentimento e sensazione. La ricchezza dei colori e delle forme esprimono gesti ed azioni carichi di energia, dinamiche
emozioni radicate nell' anima profonda.
Le sensazioni si librano come astri nell'immensità del quadro, una pausa di silenzio nel ribollìo della vita interiore, un conforto, una speranza; ed è lì che si dà atto
all'essenza dell'arte.
La tela bianca accoglie e si,eleva a terra premessa, ove poter raccontare dei sogni e della segreta luce. Una luce in potenza che grazie a quella cerea e limitata superficie, diventa specchio sconfinato dell'essere e dei pensieri piú arcani. Terreno In cui muoversi, condividere con l'altro diverso da sé la propria essenza.
Tela come "il" testimone silenzioso dell'anima di Abdullah, Abid, Abraham, Amir, Ousman, Gholamreza, Ismail, Yusupha, Mohamed, Muhammad e Zahir;
artisti le cui creazioni come vere e proprie opere d'arte hanno la capacità di comunicare con l'interiorità ed aprirsi alle universali emozioni.
L'esigenza interiore chiede di essere espressa scostandosi dal concetto limitante e limitato di "bellezza" socialmente accettata.
Questo, altresì, vuoI significare accogliere ed iniziare ad accettare forme d'espressione differenti dai nostri soliti e rassicuranti canoni.
Un ottimo punto di partenza, nondimeno di arrivo per integrare l'altro, il diverso, in un percorso fluido senza giudizi estetici, in quanto ogni "parola" dell'anima,
benché si dimostri solamente un semplice segno o un insieme di colori e masse, è pur sempre una rivelazione di un sentire personale e come tale, da considerarsi di prezioso valore.
Questi artisti si raccontano attraverso la pittura, la quale gli permette di far vagare la mente generando un alchimia fra le loro storie e le loro esperienze trasfigurandole in immagini e cromie che nascono come vive azioni, lasciando , che il quadro nasca e si riveli in maniera autentica seIÌZa filtri convenzionali, per lasciare una traccia, un'impronta del tutto personale che attesta l'esistenza del proprio essere unico.
Allora ecco che questi quadri sono per noi come "Porte", soglie labili attraverso le quali conosciamo un mondo altro, proiezione di paesaggi intimi dell'anima.
Emerge un vero e proprio processo vitale in grado di provocare in loro una creazione liberatoria, un modo per lasciare una traccia, un'impronta del tutto personale che attesta l'esistenza del proprio essere unico.
Milovan Farronato Postfazione
Vito Acconci nel '72 performava Seed-bed, azione durante la quale si è masturbato sotto una piattaforma sopraelevata nella galleria Sonnanbed di New York, sopra la quale il pubblico era invitato, se credeva, a deambulare in libertà.
Più di recente (maggio 20 Il), sempre aNew York, in un' altra galleria (Gladstone Gallery) Kai Althoff saliva nel controsoffitto ricavato appositamente per rendere claustrofobiche le ampie sale espositive in cui imperava la ricreazione plastica e pittorica di un interno domestico allucinato.
E, in quell' intercapedine, trafficava come un topo nel solaio. Di reali topi costretti tra le pareti fittizie in cartongesso con cui è stata ridotta la stanza d'ingresso dello spazio espositivo di Viafarini (questa volta siamo a Milano) è costituito il lavoro Make your own kind of music dell'artista croata Dragana Sapanjos.
Impossibile accorgersi dell'artificio, una stanza ricreata in un'altra. Un gap di pochi centimetri, e tutto intorno a noi, strani rumori enigmatici che ci accompagnano nel nostro cammino e attraversamento.
E se Acconcisi masturbava per polemizzare contro la guerra in Vietnam e la politica americana; Althoff forse intendeva sottolineare le insidie delle relazioni d'amore, mentre Sapanjos celare le proprie paure per amplificarle al massimo.
In ogni caso, ognuno di questi interventi letteralmente era spazio d'accoglienza. Forse ostile , refrattaria, a tratti persino sadica.
Gholamreza Rahimi immagina la libertà traducendo la in un fiore, mentre Mubammad Afzal avverte lo stesso bisogno di protezione che porta Sissi a realizzare vestiti, intesi come sculture portabili e case per il proprio corpo. Amir Najafi così come Abdullah Nzari,Zahir Qasimi, Ysupha Yawla preferiscono nascondere la figurazione in forme che indugiano verso l'astrazione di sentimenti che ancora, forse, non riescono a contemplare la visione pacificata di un traguardo conseguito.
Ad ogni modo, sia che le aspettative siano attese o restino deluse, sia che le visioni manifestino ottimismo o non riescano ancora a conciliare il principio del desiderio con quello della realtà, l'arte resta sempre e comunque territorio e ambito d'accoglienza.