A proposito di

Questo spazio è dedicato a vari argomenti  che  condivido con piacere e sui quali potete interagire, tramite la e-mail

  • Espressione Artistica
    Espressione Artistica

    É in programma per i primi di ottobre 2023,
    un corso per apprendere
    a rappresentare la propria interiorità
    nelle relazioni.


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    o chiedetemi info scrivendomi una e-mail
    allevafranca@gmail.com

  • Reincarnazione
    Reincarnazione

    Sono così perché…mi succede questo... perché in vita precedente ero…NO,
    non ero io ma lo era, lo ha vissuto, un mio avo materno o paterno.
    La verità, inconfutabile, è che io sono un soggetto nuovo, frutto dell’unione di due codici genetici, materni e paterni, nei quali sono incise esperienze nel corso dei secoli, di vissuto in vissuto ed è da questo codice, esperenziale e comportamentale, che derivano sensazioni, e non raramente, condizionamenti MA non nasco “condannato” bensì con l’occasione di evolvere, migliorare, risolvere le problematiche incise in questo Dna, questo codice per i futuri soggetti della mia discendenza.
    Con la scoperta del genoma abbiamo appreso come il comportamento può modificare alcuni codici, come ogni acquisizione contribuisce all’evoluzione del codice genetico che si riprodurrà in nuovi figli. Ciò è ben illustrato, scientificato, nel testo Genoma di Matt Riddle.
    Dunque ciò che si “reincarna”, ripeto, in realtà è il codice genetico che si arricchisce di tutto il vissuto, dei codici paterni e materni, ove sono registrate tutte le esperienze precedenti dalla mocellula sino all’esperienza in corso, esperienze che formano il nuovo nato.
    Come del resto già ben illustrato molti decenni fa nel libro L’uomo e la marionetta di Piero Angela.

    Quindi nel mio Dna ho la memoria di tutti i miei avi, con tutte le loro relazioni ed emozioni.
    Da qui i déjà vu, quella sensazione di già conoscere, poichè sono vissuti remoti incisi nel mio codice.
    Si capisce così che non io ho vissuto ad esempio nel Medio Evo, ma un mio antenato di cui ho traccia nel mio codice genetico, fa parte della mia memoria genetica che raccoglie esperienze molto remote e in questo codice resterà incisa anche la mia attuale esperienza di vissuto che entrerà a far parte del patrimonio genetico dei miei figli. Se vuoi approfondire e scoprire puoi contattarmi via e-mail.

  • Essere persona essere genitore

    La differenza è sostanziale, sembra difficile ma è la linea educativa con la quale sono cresciute due generazioni precedenti.

    Si tratta semplicemente di adempiere al ruolo genitoriale che comporta l’avere presente le fasi di crescita, ovvero lanciare traguardi da raggiungere.

    La mancanza di questi traguardi è tra  i motivi del decadimento dell’autorevolezza dell’adulto.

    Forse alcuni possono ricordare quando i loro genitori dicevano:”quando sarai grande saprai...capirai...”  e anche ricordano i “limiti”, quelli che ora si chiamano paletti.

    La mancanza di questi “paletti” è la ragione del disorientamento giovanile.

    Il difficile compito del genitore è quello di mettere paletti che i figli dovranno superare, non di certo con azioni di forza ma semplicemente raggiungendo l’età per farlo.
    Ad esempio l’orario di rientro a casa è stata per molti adulti una grande conquista e conquistare qualcosa,  oltre che impegnare, è la soddisfazione di poterlo finalmente fare, è un “paletto” superato che segna il cammino verso l’auto-affermazione, la crescita.

    Certo è più facile dire sempre di si che dover sopportare le legittime proteste di fronte ai limiti ma tutti questi facili si, in realtà, disorientano  la crescita come Persona.

    Non avere limiti fa crescere in una falsa dimensione di libertà perchè in realtà non conoscendo i limiti non si può conoscere le proprie capacità e, di conseguenza, una corretta auto-stima. Questa cresce proprio insieme al superamento dei limiti oltre al fatto di sentirsi protetti e considerati.

    Il senso di non protezione è una mancanza che osservo troppo spesso da parte di genitori convinti di agire per il bene dei figli “che devono abituarsi”.  Abituarsi a non essere ascoltati?  Pare proprio di si e di questo parlerò in un prossimo aritcolo.

    L’argomento di questo articolo: essere persona ed essere genitore lo si può capire chiaramente in un episodio del film La famiglia di Ettore Scola, la scena dove sono tutti a tavola: il capo famiglia, due figli di circa sette e dieci anni con la moglie e un paio di sorelle grandi. La moglie dice qualcosa all’orecchio del padre e lui severamente, senza guardare nessuno, dice: “oggi dalla borsa del medico sono sparite 10 lire” e subito il bimbo piccolo protesta: “erano solo cinque!” e riceve un calcio dal fratello da sotto il tavolo. Cala il silenzio e il padre serissimo indicando i figli dice: “in camera senza cena, i bambini lasciano la tavola.
    L’inquadratura torna in sala da pranzo dove gli adulti stanno ridendo dell’episodio raccontandosi tra le risa la faccia del medico e quando la cameriera rientra il padre le dice: “porta su di nascosto la cena ai ragazzi”.

    Questo episodio indica chiaramente che come persona possiamo ridere su questo furtarello ma come genitore, educatore, non possiamo farlo davanti agli educandi. Quando saranno a loro volta adulti si potrà, ricordando l’episodio, riderne insieme. Cosa c’è di così importante in questo esempio?
    C’è la formazione della persona in divenire, ridere con i bambini di questa “marachella” significa non strutturarli ai valori, al rispetto, alle corrette relazioni, alla propria auto-stima di Persona.

  • A proposito di Coscienza sul libro Il linguaggio della Coscienza leggiamo:

    Per  quanto riguarda l’emergere della coscienza Popper dice: “L’emergere della coscienza nel mondo animale è un mistero grande forse quanto l’origine della vita stessa. Tuttavia si deve presumere, nonostante l’impenetrabile difficoltà, che sia un prodotto dell’evoluzione, della selezione naturale.”

    Sull'argomento Eccles scrive: “ Nel contesto naturale, io credo in una Divina Provvidenza che su e al di sopra degli accadimenti materalisti dell’evoluzione biologica (...) Non dobbiamo asserire dogmaticamente che l'evoluzione biologica nella sua forma attuale è la verità ultima. Dobbiamo piuttosto credere che essa è la vicenda principale, e che in qualche modo misterioso esiste una guida nella catena di contingenze che ha portato fino a noi.” E riporta l’esposizione di Alfred Wallace, che insieme a Darwin, scopri il principio di selezione naturale secondo cui una spiegazione puramente materialistica dell’evoluzione biologica non rende conto della natura spirituale dell’uomo, affermando: “ ...possiamo trovare una causa di questa originew nell’invisibile universo dello Spirito”.
    Nel libro  L’uomo e la marionetta di Piero Angela, vi sono passi che danno significanza a quanto imparato da Baba Bedi. Riportiamo alcuni di questi passi del libro: “ ...il patrimonio genetico che le cellule hanno acquisito in miliardi di anni (...) E’ un cavallo e un coccodrillo, cioè due cervelli animali che coabitano col cervello di uomini. Essi sono dominati dalla nostra intelligenza e educazione, ma dobbiamo sempre fare i conti con loro” e a proposito di istinto: “ ...Sono meccanismi vitali, che ci danno la capacità di reagire bene con l’ambiente e quindi di sopravvivere un talento antichissimo, che si è arricchito nel corso di miliardi di anni, modificandosi con l’evoluzione (...) il nostro sistema vitale insomma, è sensibile a tutte le esperienze, ne porta la traccia in ogni “reparto” e in ogni cellula..”

    Dunque se riconosciamo la coscienza come organo centrale dell’esistenza, perchè registra tutta l’evoluzione della specie dalla monocellula in poi, ci appare ovvio che riconosca il linguaggio simbolico oggettivo poichè, questi è l’alfabeto della natura.
    Riporto uno stralcio, dal libro Il linguaggio della Coscienza,   di quanto affermato da Bedi: “ ...Ogni oggetto in natura ha il suo codice, che il nostro intelletto non capisce ma la coscienza si, avendo vissuto tutta l’esperienza dell’evoluzione sa il significato di ogni oggetto, ogni quallità e ogni forza della natura. La coscienza ha avuto esperienza diretta della forza vitale totale (...) Perciò la coscienza, sapendo bene tutto questo, riconosce l’identità di ogni cosa, La coscienza  riconosce non solo la forma dell’albero ma l’essenza da cui questa forma si è manifestata. Questo è il concetto evolutivo delle capacità di riconoscimento totale che attribuiamo alla Coscienza (...) la sua capacità straordinaria di capire, sino al punto di perfezione, il messaggio dei simboli, intesi come alfabeto della natura...
    ...La Coscienza agisce con potenza nel risolvere il comportamento.
    ..”

     Ed è  questo il linguaggio che utilizzo nella’arte-terapia del silenzio.

  • A proposito di Acquariana

    Su questo termine abbiamo sentito di tutto e di più. Acquariana vuol dire che appartiene all’Era del nuovo millennio.
    La new age  è proprio questo: la nuova età contrassegnata dal segno dell’Acquario.
    Questi ultimi duemila anni sono stati contrassegnati dall’archetipo dei Pesci. Il terzo millennio sarà caratterizzato dall’archetipo dell’Acquario.
    L’acquario rappresenta l’inizio verso la perfezione come specie umana.

    Dalla monocellula all’Uomo e dall’Uomo all’Uomo Perfetto.

    La filosofia, il metodo di ricerca e amore per la verità, concepito e denominato da Baba Bedi come Acquariana, è da lui esposta come: “Il riconoscimento della rivoluzione acquariana. Una rivoluzione stravolgente poichè, a differenza di tutte le precedenti, non richiede spargimento di sangue, ne passaggi di potere e tanto meno sforzi per cambiare la società. ...Si basa sulla trasformazione dell’individuo. Va da sè che se ogni individuo si trasforma l’intera società è trasformata. Trasformazione che nessuno può imporre perchè sarà l’individuo a trasformare sè. Come? Vivendo pienamente i talenti.”

    ... La rivoluzione acquariana prende forma con il pensiero filosofico seguito all’azione nel quotidiano vivere.
    Questo è ciò che egli intendeva dire con l’essere svegli da svegli...
    (Pag. 44 del libro: Il linguaggio della Coscienza)

  • I colori ed il loro significato nella Simbologia Oggettiva

    Se osserviamo la fascia dei sette colori dell’arcobaleno e li misuriamo con la spettroscopia, misurazione di Anders Jonas Ångström, vedremo la velocità della gamma dei colori dal viola, il più veloce, al rosso, il più lento.

    Essendo il viola il colore più veloce, il suo grafico è a picchi, nella simbologia oggettiva di Baba Bedi è relegato all’urgenza. Ciò appare ovvio. Mentre il rosso essendo il più lento lo relega all’intesità, ed anche questo appare ovvio in quanto l’intesità non può essere cosa veloce.
    I colori raccontano molte cose in un disegno, il verde ci parla di crescita, il giallo di selezione e di intuito, l’arancione di evoluzione e quindi il rosso di maturazione.

    Gli altri colori, e loro combinazioni, sono altrettanto linguaggi simbolici che si rifanno all’alfabeto della natura che la Coscienza conosce molto bene e che  legge, ed esprime, al di là dei condizionamenti mentali e culturali, rendendo questo linguaggio propriamente internazionale.

    Nei percorsi di arteterapia per lo sviluppo della personalità, detti anche: Dialoghi illustrati in quanto sono l’arte terapia del silenzio, il colore e la forma vengono letti nella loro simbologia oggettiva, ovvero al di fuori di ogni aspettativa e interpretazione personale e sempre in relazione alla situazione di cui ci si sta prendendo cura.
    La preparazione del terapista richiede molta pratica in questo senso e soprattutto  un buon allenamento a non interferire con i propri modelli.
    Una cosa molto importante sono i colori bianco e nero.
    Il nero non è affatto negativo ma rappresenta il “sonno delle capacità” e indica quale, di queste capacità, non stiamo vivendo mentre il bianco, che racchiude in sè tutti i colori, rappresenta la totalità delle capacità.
    Sul libro Il linguaggio della Coscienza c’è un capitolo dedicato a questo argomento.

  • Abbandona l’infante

    Abbandona l’infante e cresci la meraviglia riposta o soffocata.
    Per abbandonare qualcosa è ovviamente necessario  conoscere quel qualcosa ed  il perchè.

    Abbandonare non è rinnegare, al contrario è comprendere profondamente ciò che si abbandona perchè solo questa comprensione può rendere veramente libera la persona.

    Questo abbandono è l’archeologia dell’Anima.

    La persona è l’incarnazione di un DNA molto antico, vissuti che formano condizionamenti e molto altro di esperienze remote che formano una radice da sviluppare.

    La persona nasce condizionata dal codice genetico e  nell’utero assorbe emozioni, stati d’animo, ansie, apsettative, paure, pensieri reconditi della gestante.

    Appena fuori dall’utero viene plasmata dai condizionamenti dell’ambiente circostante.

    Cresce condizionata dall’ambiente famigliare e sociale.
    Abbandona questo infante e cresci la persona.
    Come?
    ripercorrendo scientemente il vissuto e  separando ciò che è tuo da ciò che non è tuo,
    l’ansia per...è tua o di tua madre? Di tuo padre? Della zia... e così per ituoi comportamenti, reazioni, emozioni stati d’animo e il tuo modo di essere.
    E’ tempo di riconoscere se sono tuoi o li hai assorbiti e quindi di chi sono.
    Questo essere tu: in quanta misura è la risposta alle risposte che hai avuto?
    Abbandona l’infante e cresci la persona, ora sei grande e puoi farlo, l’infante è la tua radice, l’infanzia appunto,  dalla quale si innalza e fiorisce la nuova vita.

  • Divenire Persone

     

    Divenire persone è "l'impresa" di ogni essere umano che inizia
     con l'educazione, nel senso di e-ducere portare in luce, trar
     fuori le potenzialità con cui nasciamo e questo è il compito
    di ogni educatore iniziando ovviamente dai genitori.
     Le prime capacità da e-ducere sono quelle della relazione.
    Relazione con sè stessi e, di conseguenza, con tutto il circostante. 

     Per educare all’amore occorre semplicemente viverlo, non
     confondendolo mai con: dare e avere.
     Importante è tenere sempre presente che amare non è "farsi
     zerbino", perchè uno zerbino serve solo per pulirsi le scarpe.
     Per educare alla bellezza occorre semplicemente viverla,
     scoprendola in ogni cosa.
     E' molto importante osservare l’educando ma direi ogni persona,
     in due modi distinti: la persona ed il suo comportamento.
     Anche il ruolo del genitore richiede il compito di osservarsi,
    e comportarsi, in due modi distinti: come adulto e come genitore,
    e ciò richiede poca attenzione. A questo scopo sono molto utili i gruppi genitori, dove le indicazioni pedagogiche vengono calate nei rispettivi stili di vita di ogni gruppo familiare, dove ogni situazione portata nel gruppo è argomento di apprendimento senza confronti ne giudizi ma come arricchimento dovuti anche agli "esercizi" applicati per la verifica pedagogica.
    Il silenzio a volte è più educativo di qualsiasi discorso, un esempio
     si può vedere nel menù video:
    quando credevi che non ti stavo guardando.
     Ogni problema ha una soluzione e risulta facile trovarla rintracciando la radice.
     All’infanzia comunichiamo “matrici”, all’adolescenza punti di riferimento.
     La relazione è in continuo divenire.
     Per incontri privati vedi: contatti

  • La mente non pensa e non si ammala
    La mente non pensa e non si ammala

    La mente non pensa e non si ammala
    E’ ancora errore comune dire mente malata, mente superiore, malattia mentale:
    - la mente non è un organo e quindi non può ammalarsi -.
    Ogni cosa in natura,  e così negli organi e componenti vari del nostro corpo, ha una sua specifica funzione.
    La funzione della mente è quella di – integratori di immagine. 
    Cosa vuol dire?
    che riceve l’impatto da ogni senso, lo integra in una immagine e la invia alla memoria, la memoria la riconosce e la invia all’intelletto. L’intelletto, che ha la funzione del giudizio, stabilisce se è buona o cattiva. 
    Ma in questo giudizio, ovviamente, entrano in gioco i condizionamenti. 
    Tutto ciò è scoperto, e comprovato da tutti gli studiosi del campo e Rudolf Arnheim ( Rudolf Arnheim - Wikipedia) lo spiega nel suo trattato: <L’arte e la percezione visiva> con l’esempio di osservare una mela.
    L'argomento è trattato anche nei libri: Il linguaggio della Coscienza e Spezzare catene

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